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Lo slogan Arte per un Ambiente Abitato racchiude sinteticamente i principali contenuti del lavoro artistico di Andrea Muston, dal 2020 artista in Loreto.
Per Muston fare Arte per un Ambiente Abitato significa fare attività culturale per un ambiente fisico e sociale in cui l’Uomo è parte fondamentale nel bene e nel male.
Ecco perciò che le problematiche ecologiche scaturite dal modo predatorio con cui l’Uomo sta trattando le risorse del pianeta diventano tematiche del fare arte come nella serie dedicata al mare (morte di Moby Dick, Mare nostrum e Passaggio del Mar Marcio per fare alcuni titoli).
E se l’Uomo è un abitante del pianeta che conforma a sé l’ambiente, diventa impossibile ignorare le problematiche sociali che caratterizzano l’odierna convivenza: dai problemi dei migranti ai conflitti generazionali (la serie delle scarpe), alle problematiche della violenza di genere sulle donne e della invasività della tecnologia nella vita quotidiana (Protesi), ed al tema dell’incultura come modo del dominio (ritratto di Pasolini).
Si tratta quindi di un’arte politica nel senso migliore del termine, cioè che guarda alla “polis”.
E qui non può non essere presente il tema della città che da luogo di sviluppo della civiltà (ricordiamo lo slogan rinascimentale: l’aria della città rende liberi) è diventato luogo del disordine sociale e sito prediletto dalle guerre (si veda le serie di collages Marilyn).
Muston affronta anche le problematiche legate all’individualità ed al sentirsi soli nella folla con la serie dell’Uomo della pioggia e con i non-ritratti della serie Esodo. Non sono estranee poi tematiche esistenziali legate all’idea della solitudine umana e del destino – Edipo, La tempesta – e la serie dei collages “Tagli “. Tuttavia, ben osservando, tutti i lavori di Muston contengono un elemento di speranza: una fascia bianca, una luce, un riflesso luminoso. Dare speranza è il proseguire una lunga tradizione artistica che affonda le proprie scaturigini nell’arte più antica.
Bio
(Mantova 1950) Dopo esperienze in campo teatrale e pubblicitario ed un lungo periodo di attività come architetto e urbanista, ha ripreso la sua produzione grafica e pittorica dal 2006.
Interessato ai problemi della socialità moderna (confitti generazionali, migrazioni, disordine urbano, inquinamento ambientale, ecc.) della violenza sociale e individuale sulle donne, sugli omosessuali, sui bambini e sui deboli in genere, del disordine, del brutto e dell’assurdo, non è indifferente alle nuove tecnologie, ai sentimenti forti ed ai problemi culturali più attuali (la fine della storia, del tempo, mondo e oltremondo, invasione delle fake-news).
E’ alla ricerca di nuovi mezzi e materiali espressivi. Ha esposto i suoi lavori grafici in Friuli, Veneto, Piemonte e a Parigi dove ha ottenuto il premio “Città di Parigi”. Dal 2009 scrive componimenti e racconti. Ha pubblicato testi ed immagini con la rivista Tracce, con Limina Mentis, con Aletti e con Byblos.